Winnicott e la psicoanalisi del futuro

Riferimento: 9788865314562

Editore: Alpes Italia
Autore: Busato Barbaglio Carla; Macchia Angelo; Nicolò Anna M.
Collana: Andhalas, trazère, strosi
In commercio dal: 14 Settembre 2017
Pagine: 179 p., Libro in brossura
EAN: 9788865314562
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Descrizione

Solo da poco tempo il mondo psicoanalitico sta comprendendo la portata rivoluzionaria del pensiero di Winnicott; le sue teorie sull'importanza dell'ambiente nella costruzione del sé, sullo spazio e gli oggetti transizionali, sul ruolo dell'illusione, sull'aggressività, la sua teoria sul processo maturativo, la scoperta dei processi di integrazione, non integrazione e disintegrazione, sull'holding, sulla preoccupazione materna primaria, sul rapporto tra la psiche e soma, per citarne solo alcune, hanno determinato una vera rivoluzione silenziosa nel mondo psicoanalitico. Winnicott non era un uomo delle istituzioni e non ha mai favorito il crearsi di una scuola winnicotriana. Cresciuto all'interno delle controversial discussions che vedevano l'acerba lotta tra i seguaci della Klein e quelli di Anna Freud, egli prese una posizione indipendente e praticò una apertura alle altre discipline, posizione rara e avversa nell'ambiente in quanto si riteneva che la psicoanalisi potesse essere indebolita da tutte le esperienze alternative ad essa o da una modificazione del setting. Winnicot non era seguace di nessuno, e non voleva essere il capo di una scuola. L'indipendenza era una sua caratteristica interna. Anche la sua concezione intorno alla salute mentale e alla malattia sono molto influenzate da questa posizione. Anzitutto per lui non esiste una demarcazione netta tra la salute mentale e gli stati schizoidi (1971 a), al contrario esiste un certo tipo di salute mentale che ha la qualità di un sintomo perché è carica della paura e della negazione della follia, paura o negazione della capacità innata di un essere umano di essere non integrato, depersonalizzato e di sentire che il mondo esterno non è reale (Winnicott, 1945). Saremmo davvero infelici, se fossimo solo sani di mente, questa frase di Winnicott (1945) è divenuta un aforisma e come tale e come tutte le frasi celebri ha perso l'impatto rivoluzionario che meriterebbe anzitutto dentro la mente del clinico che è giornalmente confrontato con la sofferenza mentale. Winnicott è lo psicoanalista del futuro anche perché la sua fiducia nelle capacità integrative spontanee della personalità, la sua capacità silenziosa di ribaltare i dogmi a partire da quelli istituzionali, il suo obiettivo terapeutico di essere vivo e libero rendono il suo pensiero uno strumento importante e utile nel lavoro con i pazienti. (dalla Prefazione di Anna Nicolò)