Gibellina. Ideologia e utopia

Riferimento: 9788835159025

Editore: Franco Angeli
Autore: La Monica G. (cur.), LaMonica M. (cur.)
Collana: Nuova serie di architettura
In commercio dal: 23 Giugno 2025
Pagine: 316 p., Libro in brossura
EAN: 9788835159025
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Descrizione

Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 un violento terremoto colpisce la Sicilia occidentale, devastando parti delle province di Palermo, Trapani e Agrigento. La Valle del Belìce è distrutta e Gibellina, insieme ad altre città, viene rasa al suolo. Questo libro racconta l'evento e la successiva ricostruzione della città di Gibellina. Suddiviso in due sezioni, nella prima parte viene riproposto il volume Gibellina. Ideologia e utopia, curato da Giuseppe La Monica e pubblicato nel 1981. A oltre quarant'anni dalla sua prima edizione, lo studio, riportato quasi integralmente nel testo originale e arricchito dalle fotografie di Rean Mazzone, Maria Mulas e altri fotografi, analizza le dinamiche urbanistiche, architettoniche, artistiche, culturali e socio-politiche che hanno caratterizzato la rinascita della città, offrendo una prospettiva storica ancora attuale. La seconda sezione raccoglie i contributi di Alessandra Badami, Luciana Macaluso, Marcella La Monica, Andrea Sciascia e Carmelo Galati Tardanico, evidenziando sia gli aspetti positivi che le criticità della ricostruzione. Vengono trattati temi rilevanti come il rapporto tra i progetti architettonici, le opere realizzate e quelle incompiute, il verde urbano, la storia del Baglio Di Stefano e, infine, il legame tra Gibellina e le arti contemporanee. Questo legame fu reso possibile grazie a Ludovico Corrao, che invitò artisti come Fausto Melotti, Mimmo Rotella, Pietro Consagra, Arnaldo Pomodoro e Alberto Burri a contribuire alla rinascita della città, trasformandola in un centro d'arte all'aperto e riscattandola da un destino segnato dal disastro naturale e dall'incuria. Si discute anche della recente nomina di Gibellina come Capitale italiana dell'Arte contemporanea per il 2026, legando il riconoscimento alla valorizzazione del territorio di Gibellina e del Belìce come bene relazionale. Il libro è di grande interesse non solo per architetti e storici dell'arte, ma anche per chiunque voglia comprendere come un evento catastrofico possa stimolare una sperimentazione urbanistica, architettonica e artistica senza precedenti, mettendo in luce le difficoltà di trasformare una visione utopica in una città vivibile.